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I Premi dell’edizione 2023

Premio Mario Puzo 2023 a PUPI AVATI per aver saputo raccontare le sfumature, i sogni e le vicissitudini del nostro paese con particolare attenzione alla vita di provincia e alle esistenze meno appariscenti e rumorose.

DAENA AWARD FOR FEATURE FILMS / PREMIO DAENA PER LUNGOMETRAGGI

Miglior Lungometragio: Ciurè (110’) di Gianpiero Pumo

Premio miglior lungometraggio a Ciurè, che racconta una periferia così connotata linguisticamente eppure universale, come universale è la potenza che si sprigiona da alcune scene in cui emerge la poesia in mezzo al dramma, l’amore in tutte le sue forme, la scoperta di sé che supera pregiudizi e contribuisce a reinventare il proprio modo di stare al mondo. La regia dosa bene tutti gli elementi: i dialoghi risultano molto convincenti, eccellenti le prove attoriali, la colonna sonora accompagna e presagisce il giusto finale a quella, che pur nell’attualità dei temi affrontati, si configura come una fiaba che appaga ed emoziona.

SPECIAL DAENA DOCUMENTARY PRIZE / PREMIO DAENA DOCUMENTARI

Miglior Documentario: Purgatorio (40’) di Francesco Stefanoni

Il regista riesce ad immergersi nella realtà del posto con uno stile attento e preciso, avendo cura e rispetto delle storie narrate. La fotografia, al servizio della storia, rende il racconto emotivamente coinvolgente, evocando un tempo cinematografico lontano, una solitudine cercata, voluta, subita. Con un impianto legato al documentario osservativo e un giusto ritmo del montaggio, il film riflette le contraddizioni e le speranze di un’isola quasi dimenticata, un tempo lento sospeso con il sapore di una consapevole nostalgia.

Menzione speciale: In the mind’s garden (90’) di Matteo Balsamo

Narrazione ben strutturata e convincente, un sapiente uso del cinema d’archivio che riesce a comunicare con ordine e precisione concetti importanti e significativi, riuscendo a tracciare efficacemente alcuni tragici episodi della drammatica storia dei manicomi italiani.

Menzione speciale: Donde Los Niños No Sueñan (20’) di Stefano Sbrulli

Un’idea e un soggetto molto interessanti, che ci ricordano quanto il cinema serva anche ad indagare e a far riflettere, ad agire socialmente e a porre domande. Interessante lavoro di ricerca sul territorio, che potrebbe essere approfondito e ampliato, dedicandogli maggiore tempo e respiro. Importante il lavoro fatto da un punto di vista della produzione e dell’organizzazione.

BEST SHORT DAENA / SHORT PRIZE CORTO E A CAPO – MIGLIOR CORTOMETRAGGIO

Miglior Cortometraggio: The Silent Echo di SUMAN SEN (India, 15′)

Silent Echo per la capacità di raccontare con delicatezza e maestria nell’uso del linguaggio cinematografico, una storia lungo i bordi tra la montagna incontaminata e la città caotica, due mondi incapaci di ascoltarsi. Attraverso campi lunghi che mettono in risalto i paesaggi sconfinati della montagna silenziosa, contrapposti alla città rappresentata da inquadrature strette, “sporche”, fatte di interni, suoni assordanti e risate che coprono la musica, i quattro giovani protagonisti troveranno libera forma di espressione dei loro sogni e speranze solo nell’ascolto silenzioso della Natura.

Menzione Speciale alla recitazione a Elvis Grimaldi per ELVIS di FABRIZIO FANELLI (ITA, 14′)

Tra le strade di una borgata romana, un ragazzetto si affaccia alla vita. La strada, più che i capelli bianchi, sarà la maestra di formazione per diventare un adulto responsabile. Dribblare spacciatori e degrado, e raccogliere le suggestioni del matto del quartiere, per affrontare una salita irta di ostacoli. Merito del giovane protagonista restituire il realismo e la magia del delicato passaggio della linea d’ombra adolescenziale.

Menzione Speciale alla sceneggiatura a Valerio Vestoso, Giordana Mari, Nicola Prosatore per

SeMe di Lucia Bulgheroni (ITA, 15′)

Per la forza, la sincerità e l’ironia con cui Lucia Bulgheroni racconta una storia figlia del nostro tempo. Senza mai cadere nella retorica o nello stereotipo, “SeMe”  illumina con dialoghi fitti e brillanti la scena di vita di una coppia che vorrebbe evolversi in famiglia senza rinunciare compromessi della carriera che, talvolta, soprattutto in politica impongono una distanza insanabile tra pubblico “modello mulino bianco” e privato “demodè e terrone”. Mari, Prosatore, Vestoso indagano un tema intimo e complesso abbracciando più punti di vista conflittuali, sfaccettati e non sempre risolti che riflettono la ricchezza espressiva e narrativa degli sceneggiatori più che meritevole di menzione speciale della giuria.

BEST SOCIAL SHORT – THE IMAGINAL / MIGLIOR CORTO SOCIALE – L’IMMAGINALE

Miglior Corto Sociale: Ieri di Edoardo Paganelli (ITA, 13′)

Opera che tocca profondamente le corde del disagio e della disperazione. il regista utilizza la chiave drammaturgica nella malattia mentale, accompagnando lo sguardo dello spettatore attraverso la poetica dell’arte figurativa, fino al dirompente quanto vitale gesto.

Menzione speciale a: Il mare che muove le cose di Lorenzo Marinelli (ITA, 15′)

Menzione speciale a il mare che muove le cose, per la capacità di raccontare una storia che unisce poeticamente il mondo della purezza e della bellezza con il mondo delle incertezze e della speranza.

A SUSTAINABLE LIFE, 17 DREAMS / UNA VITA SOSTENIBILE, 17 SOGNI – Premio Officine Sostenibili

Soffocare di Matteo Giancaspro (ITA, 14′)

Il corto affronta con un linguaggio moderno una pluralità di temi legati alla sostenibilità, evidenziando sia i problemi che le soluzioni, che partono dai comportamenti individuali.

PREMIO SLOW FOOD AVELLINO APS – PIEDI PER TERRA O TESTA PER ARIA?

When You Wish Upon A Star di Domenico Modafferi (ITA, 8′)

Per aver saputo trasformare una leggenda incerta in una metafora dal significato di monito (ma non troppo), illustrando, con arguzia e merito artistico, che la realtà può anche essere ingiusta, ma quando arriva il momento che hai sempre sognato devi vivertelo ad ogni costo,

PREMIO SPECIALE THE PLACE OF DREAMS / IL POSTO DEI SOGNI

Split Ends di Alireza Kazemipour (Iran, 14′)

Il chiuso degli archivi e delle scrivanie di apparato, quello dei copricapo e dei capelli legati, si contrappongono al vento nei capelli, alla luce e l’aria aperta della fuga. Con un linguaggio pulito e consapevole, questo film ci racconta come a volte, per poter vivere in un posto dei sogni, è necessario pretendere, disobbedire e trasgredire.

SCHOOL DAYS (sezione corti scolastici e a tematiche giovanili)

Vincitore: Alice in wonder distance learning land di Francesco Faralli (ITA, 5′)

Per la capacità di dirigere attori non professionisti e valorizzare le locations della piccolissima realtà racchiusa dallo schermo della dad e delle mura della classe scolastica, non senza, sul piano tematico alcuni straordinari riferimenti, anche cinematografici, a un lato ilare o slapstick della vita quotidiana ai tempi della dad. Che ci regalano in appena quattro minuti il mondo folle e incomprensibile degli adulti visti con gli occhi dei ragazzini. Una critica dunque alla realtà sociale, psicologica e tecnologica dell’insegnamento a distanza da parte di chi dovrebbe esserne il soggetto attivo, mai passivo.

Menzione speciale a: In un mondo di lupi di Israa Ben Hassine (ITA, 13′)

In una combinazione salutare di fiction e realtà, e di un immaginario cinematografico, inconscio o collettivo (data la giovane età del regista che, seppure forse inconsapevole, cita Georges Romero de la notte dei Morti viventi), toccando in alcuni momenti una sorta di vero e proprio realismo magico e aprendo nello stesso tempo nuove, ci si augura, potenziali prospettive.

PREMIO CINEMA LIFE – Villa Arianna

Tra le tue braccia di Ildo Brizi (ITA, )

PREMIO DEL PUBBLICO – GIURIA POPOLARE

Il mare che muove le cose di Lorenzo Marinelli (ITA, 15′)

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